Ventaglio Arianna abbandonata da Teseo

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Progetto di ventaglio raffigurante nella parte centrale una scena tratta dalla mitologia di Arianna abbandonata dall’eroe Teseo sull’Isola di Nasso, tutto intorno un’intricata decorazione a grottesche.

Manifattura di scuola romana della seconda metà del XVIII secolo, attribuibile all’atelier di Tommaso Bigatti (attivo fra il 1770-1810) o di Camillo Buti (1747-1808) entrambi specializzati nella realizzazione di ventagli e miniature su pelle fina.

Dimesioni: cm 12 x 33

Stato di conservazione: eccellente commisurato all’epoca, leggere cadute di colore.

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La leggenda del Minotauro narra che ogni nove anni era in uso fra gli ateniesi sacrificare sette giovani e sette ragazze al terribile mostro Minotauro, rinchiuso presso un labirinto costruito su ordine del re di Creta. Giunta la data, Teseo ed altri uomini si proposero di liberare la città da questa sanguinaria usanza, e organizzarono una spedizione verso Creta. Sotto protezione di Venere, Teseo sbarcò sull’isola dove conobbe Arianna, figlia del sovrano e conoscitrice di tutti i segreti del labirinto. Accortosi che la ragazza provava dei sentimenti per lui, pensò di sfruttare l’occasione per farsi aiutare nella difficile impresa, e in cambio le promise di sposarla. Arianna si procurò un gomitolo di lana e disse a Teseo di tracciare la traiettoria con il filo e dopo aver ucciso il mostro, di scappare ripercorrendo la strada a ritroso. Ma come fu uscito dal labirinto, Teseo abbandonò Arianna sulla spiaggia mentre dormiva, infrangendo così la sua promessa di matrimonio.Il dipinto raffigura Arianna che disperata intuisce di essere stata ingannata dal suo eroe e con un cenno della mano osserva nostalgica la nave che si allontana.
Amore, ritratto in atteggiamento di pianto, indica simbolicamente l’amore sofferto della giovane. Il motivo di questo abbandono è tuttora discusso dagli esperti, perchè alcuni sostengono che Bacco suo futuro marito, costrinse Teseo al folle gesto, altri raccontano che in realtà Teseo fosse innamorato di un’altra donna; altri ancora, che sarebbero stati Mercurio e Minerva a suggerirne il gesto.

 

“…………….Gli italiani non si distinsero come i francesi, per particolare abilità e raffinatezza artistica. Tuttavia esiste un tipo di ventaglio tipicamente italiano da non trascurare: i cosiddetti “souvenir” del Grand Tour.

Nacquero nel Settecento e pare fossero in prevalenza di fattura italiana, come quelli in finissima pelle bianca di capretto, detti dagli inglesi chickenskin (pelle di pollo) e riproposero, nell’arco del Settecento – quadri e affreschi famosi, come l'”Aurora” di Guido Reni, oppure soggetti religiosi.

Nei primi esemplari generalmente il tema decorativo copriva per intero la pagina, il fondo era chiaro, le stecche in avorio o tartaruga, lisce o con preziose incrostazioni in oro o in argento. Dal 1770 fino all’inizio dell’Ottocento furono tipiche, invece, le vedute di Roma e delle sue rovine e i paesaggi napoletani col Vesuvio in eruzione. Come tutti i ventagli neoclassici, anche questi avevano spesso la pagina suddivisa in tre medaglioni, ciascuno con soggetto differente, decorata a grottesche o con altri motivi del periodo. Gli stranieri li compravano spesso come “souvenir” del loro Grand Tour e da qui il nome.”

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