Ciondolo micromosaico retour d'Egypt
Raro e museale ciondolo-spilla in oro 18ct realizzato in stile Egizio o retour d’Egypt con ali e teste di falco nella parte superiore ed un micromosaico centrale raffigurante dei geroglifici su fondo bianco, il tutto contenuto nel suo astuccio originale. Reca sul retro incisa la data 24 Marzo 1875 in Inglese. La parte dell’attacco a ciondolo è rimovibile per usare il gioiello come spilla.
Manifattura romana nello stile dei Castellani, attribuibile alla ditta di Cesare ed Enrico Tombini (attivi 1857-1890 ca) o a quella di Giuseppe Civilotti (attivo 1850-1890 ca), reca punzoni illegibili sullo spillo.
Dimensioni cm 8.5 x 3.5.
Stato di conservazione perfetto, commisurato all’epoca e all’uso.
I Tombini (Cesare ed Enrico) erano noti per i loro gioielli in 'stile archeologico'; i pezzi dell'azienda potevano essere acquistati presso il negozio di Roma, così come attraverso il loro rivenditore di Wigmore Street a Londra. Tali gioielli in stile revivalista furono resi popolari dalla moglie di Napoleone III, che indossava gioielli della collezione “Campana”, che includeva molti pezzi antichi. Il gioielliere più influente di quel periodo fu Fortunato Pio Castellani e i suoi figli Alessandro e Augusto, che si sforzarono di ricreare modelli storicamente precisi dei reperti recentemente scavati. Esponevano i loro lavori alle mostre internazionali e avevano negozi a Londra e Parigi. Lo stile guadagnò slancio con Carlo Giuliano & John Brogden a Londra, Henri Vever & Eugene Fonteney a Parigi e Josef Bacher & Sohn a Vienna. Nessun viaggio di un turista a Roma sarebbe stato completo senza una visita ad un gioielliere che lavora in questo nuovo stile "classico". George Eliot e George Henry Lewes, quando visitarono la città, scelsero Tombini per montare un cammeo di una baccante che avevano acquistato. Nel suo diario del 18 aprile 1860 Lewes scrisse: "La baccante la portammo a un orafo e lì scelse una montatura etrusca" (vedi Biblioteca dell'Università di Yale GEN MSS 818 per il cammeo nella sua montatura in oro Tombini). “A Handbook of Rome and its Environs” (John Murray, London, 1871) osserva che Cesare Tombini era 'un buon gioielliere in via del Babuino 65, su cui si può fare affidamento per incastonare cammei, mosaici, ecc.' C'è stato un crescente interesse per lo stile egiziano verso il 1860, grazie agli scavi di Auguste Mariette per il Louvre e la realizzazione del Canale di Suez. L'Aida di Verdi (1871) era basata su una trama di Mariette, in seguito alla richiesta del Khedive di una storia d'opera.
La famiglia Civilotti (Antonio, Giuseppe e Carlo) era ben conosciuta a Roma come gioiellieri dalla metà fino alla fine del XIX secolo. Antonio Civilotti, orefice di talento è noto per i suoi gioielli in stile etrusco e neo-rinascimentale alla maniera di Castellani. Giuseppe Civilotti, incisore di pietre, apre una gioielleria a Piazza di Spagna dove vende i gioielli realizzati da Antonio. Il suo negozio è menzionato in molte guide di Roma fin dal 1850. A quel tempo Roma era una tappa obbligata per i viaggiatori del Grand Tour e i gioielli in micromosaico erano un souvenir lussuoso e raffinato molto alla moda.