Ciondolo cammeo corallo Baccante

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Cammeo in corallo rosso siciliano scolpito a mano raffigurante una baccante, un volto di donna di tre-quarti con uva e foglie di vite tra i capelli.

Pendente montato in una ricca cornice a volute e decorazioni floreali in argento parzialmente dorato.

Manifattura Trapanese degli inizi del XIX secolo. La cornice posteriore della fine del ‘800.

Ottime condizioni commisurate all’epoca.

Dimensioni del cammeo 4 x 3 cm con cornice 7 x 4,5 cm

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IL CORALLO: L’ORO ROSSO NATO TRA MARI E VULCANI FORZA ED INCANTO DI UN GIOIELLO “NATURALE”

E’ proprio dalla leggendaria Trinacria che nella profondità delle sue acque si sviluppa un elemento organico prezioso e allo stesso tempo magnifico. Un elemento costituito da innumerevoli e microscopici polipi radunati in colonie che danno origine al Corallo. Di forme, colori e consistenze diverse,”l’oro rosso”, cosi definito per la sua rarità e pregevolezza, è ed è stato uno degli elementi più ricercati nell’uso di oggetti e gioielli creati dalle mani sapienti di “maestri corallari” che hanno donato all’aristocrazia locale e non, vere e proprie opere d’arte. Mitologicamente, l’oro rosso, trae origine nel mare del sangue della “Gorgone Medusa” decapitata, così racconta Ovidio nelle “Metamorfosi”
Il corallo non s’incontra per caso, ma va cercato, ed è per questo che i pescatori “corallai” si mettevano in mare alle prime luci dell’alba e con le loro imbarcazioni, i “ligudelli”, andavano a strappare dai fondali con lo ‘ngegnu, una struttura a croce con delle reti a strascico, i preziosi rami rossi. Il corallo, capolavoro della natura, veniva poi venduto ai “maestri corallari” che lo pulivano eliminando lo strato arancione, il “cenosarco”, con raschietti in ferro e pietra molare, lo tagliavano con la tenaglia e lo lavoravano con la lima e con la mola di pietra, fino a ridurlo in piccoli pezzi o sferette che venivano bucate con un piccolo trapano, il “fusellino”, per poi trasformarsi in meravigliosi gioielli che venivano lucidati, per restituire al corallo il suo colore naturale. Nel Cinquecento e Seicento, a Trapani si diffuse una vera e propria lavorazione artistica di questo materiale: la città divenne così l’indiscussa “capitale” del corallo grazie ai suoi maestri “curaddari”. Elementi in corallo inciso a bulino entrarono a far parte di arredi sacri e domestici, ed ebbe inizio una vasta produzione di vassoi, reliquiari, presepi, sculture.

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